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Comitât apartitic e aconfessionâl pe identitât dal Friûl
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ECCO PERCHÈ VORREMMO CHE LE NOSTRE SCUOLE
VENISSERO REGIONALIZZATE 3


Copia/incolla dal Blog del Direttore del Messaggero Veneto – Omar Monestier - Commento inviato dal signor Ubaldo Muzzatti il 27 ottobre 2012 ore 14.14
http://monestier-udine.blogautore.repubblica.it/2012/10/26/a-latisana-a-scuola-

il-friulano-non-decolla/comment-page-1/#comments

1.      Ubaldo Muzzatti scrive:  27 ottobre 2012 alle 14:14

Giusto tre anni fa ho inviato la lettera sotto riportata alle principali istituzioni e associazioni che si occupavano e si occupano del friulano a scuola. Evidentemente non avevano condiviso le mie preoccupazioni, seppure suffragate da due esempi veri e verificabili.

Evidentemente non siamo capaci di cogliere i “segnali deboli”. Che poi nella fattispecie non ci voleva tanto a immaginare lo scenario che puntualmente si sta presentando.

LA LIBERTA’ DI SCELTA DEL FRIULANO NELLE SCUOLE

Gli ultimi dati forniti sulla scelta del friulano a scuola da parte delle famiglie, nelle province friulane, e alcune testimonianze sulle difficoltà frapposte all’esercizio di tale scelta in alcune scuole e soprattutto in alcune aree inducono a pensare che ogni accorgimento deve essere adottato per

“assicurare l’indispensabile libera espressione della scelta da parte delle famiglie”.

Ciò in relazione al fatto che molte delle scuole friulane sono dirette da personale che non sente propria e prioritaria la materia e che apertamente contrari al friulano si dimostrano molti insegnanti, dirigenti e sindacalisti della scuola (per non parlare dei media). E’ fondata, e in molti casi provata, la preoccupazione che questi non incoraggino, anzi frappongano ostacoli di varia natura, alla volontà di scegliere la lingua friulana da parte di molti genitori. Si aggiunga l’atavica sudditanza e poca determinazione dei friulani e si comprenderà che è possibile (quasi certo) che in area friulanofona:

-abbiamo ed avremo moltissimi iscritti al friulano dove dirigenti e insegnati incoraggiano la scelta;
-un discreto numero di iscritti dove la libera scelta viene accolta prontamente e mai ostacolata;
-un basso numero di iscrizioni dove la scelta viene scoraggiata se non osteggiata dalla scuola.

Sul fenomeno dell’ostruzionismo alla scelta del friulano a scuola ci sono delle testimonianze qualificate. Per esempio, a Cordenons una insegnate di scuola superiore, volendo operare la scelta per il figlio presso le locali medie, vi si è recata per ben tre volte senza riuscire a concludere e trovando ogni volta, da parte della dirigenza e degli insegnanti delegati, delle scusanti. Alla fine ha desistito. Molto probabile che tanti abbiano desistito dopo il primo tentativo. Per cui il dato di iscrizioni al friulano nelle media di Cordenons risente sicuramente delle problematiche testimoniate. E’ un caso isolato? Non è credibile vista la veemenza con cui molti operatori della scuola si sono scagliati contro l’ipotesi di insegnamento della lingua friulana.

La prova del nove viene dall’ esempio contrario. L’unico plesso scolastico (no so se si dice così) che ha fatto registrare il 100% di richieste d’insegnamento del friulano è Travesio (PN). Il dato mi è rimasto impresso perché è là che io ho frequentato le medie e ci vado spesso per via dei parenti. Conosco bene la gente e il luogo. Sono i “travesani” i più friulani di tutti? No assolutamente, sono friulani come gli spilimberghesi, i medunesi, i fagagnesi, ecc.. L’adesione al 100% è merito di una brava professoressa e poi dirigente che insegnava lingua e cultura friulana anche prima della 482, della 15 e di quante altre leggi sul friulano, facendo fare ottimi lavori.

Quindi, pur condividendo l’approccio della ragionevolezza e della gradualità nella tutela e promozione della lingua friulana, mi pare che deve essere posta particolare attenzione e continua vigilanza affinché le famiglie non trovino impedimento alcuno nell’ esercitare il diritto, costituzionalmente confermato, ad esercitare la scelta del friulano a scuola per i loro figli. Almeno e parimenti in tutti i comuni friulanofoni della Regione.

Al minimo appaiono necessari:

- Una adeguata campagna informativa, nel periodo antecedente la scelta, anche all’ esterno della scuola e sui media, al molteplice scopo di rendere edotti studenti e genitori della facoltà e della modalità di scelta del friulano quale esercizio di un diritto costituzionalmente confermato, di supportare gli operatori scolastici e di minimizzare il rischio di azioni o omissioni, dirette ed indirette, che di fatto impediscano la libera scelta;
- La messa a disposizione di un punto informativo e di appoggio, interno/esterno alla scuola (Ambito regionale/ARLEF) per quanti incontrassero difficoltà od ostacoli nell’ esercizio dell’opzione. Potrebbe essere utile a tale scopo anche e semplicemente un numero verde e uno sportello virtuale (segnalazione e risposta via E-mail) opportunamente pubblicizzati. Per inciso, anche questi strumenti avrebbero la duplice valenza, operativa e preventiva.

Cordenons, 30 novembre 2009

Ubaldo Muzzatti

 


























































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